lunedì 26 dicembre 2011

Cena di Natale da Andrea

Pochi ma buoni... siamo stati bene a casa di Andrea la scorsa settimana.
Menù goloso con pasta e ceci, risotto di mare, mousse al cioccolato e gewurztraminer to die for!
Esperimento riuscito: da ripetere




DEL CORRERE E NEL CORRERE. Riflessioni a partire da Rudi

(per sapere chi è Rudi, andate a leggervi anche il bellissimo racconto di Rubens Noviello su www.marciapadova.it)


Cari amici,
ho letto lo scritto di Rubens. L’ho letto due volte. Lo faccio spesso: la prima lettura è quella del piacere, scorro le righe in modo fluido, senza “inciampare” in concetti profondi e impegnativi, senza sintesi e analisi... in pratica senza alcuna fatica. Si tratta di una lettura egoistica, forse sfaticata e disimpegnata, se vogliamo estetica (nel senso più letterale del termine, cioè legata al sentire, al cogliere la grazia -charis- che si riferisce al bello e al buono), volta a godere della cadenza piacevole delle parole, ad assaporare la musicalità dell’italiano usato bene.
La seconda lettura è quella del dovere, quella del soffermarsi e del comprendere, del lasciarsi interrogare e del cercare risposte, quella in cui si esercita la capacità di giudizio, quella che genera riflessioni, talvolta circoscritte e focali, più spesso libere, un po’ anarchiche, autopropulsive come flussi di coscienza.
Mi si conceda che nella lettura, diversamente da tutto il resto, il piacere venga prima del dovere.

Non conosco Rubens, ma mi piace pensare che nel suo personaggio egli abbia messo qualcosa di sé, come se la radice comune RU- di Ru-bens e di Ru-di non fosse casuale.

Ho letto recentemente anche la storia di Henry Rono, incredibile talento del mezzofondo e del fondo oggi sessantaduenne, al quale analogamente a Rudi la vita diede in gioventù l’esperienza del carcere. Henry, detenuto, correva avanti e indietro lungo un corridoio di settanta metri per chilometri e chilometri sotto gli occhi dei suoi compagni di sventura.
Credo che mai come nei casi di Rudi e di Rono sia lecito parlare di “evasione”. Evasione non come nelle accezioni comunemente abusate quali evadere dal carcere, evadere il fisco o evadere dalla quotidianità opprimente, ma come evadere da un sé alienato, corrotto, imprigionato e da un micromondo fittizio e ingannevole, chiuso e limitante, per ritornare ad un sé puro, fatto di pura percezione. Nella corsa il corpo urla e il sentire e sentirsi sono chiarificati, netti, puliti e definiti, sicuri e sinceri. E il mondo intorno si trasforma. A partire da noi il mondo si dispiega e diviene secondo una sequenza ritmata di passi e di battiti del cuore, di atti respiratori più o meno accelerati, di rumori, di freddo e di caldo, di metri e chilometri, di minuti e secondi che scorrono sempre nella stessa direzione, in avanti e basta. Il mondo, nella corsa, colloca e contiene in un tempo e in uno spazio le percezioni, accoglie la presenza del sé incarnato nel corpo proprio. Io sono, ci sono, sento e mi sento hic et nunc.
Visione egocentrica? Forse. Ma posso avere coscienza e conoscenza di ciò che mi sta intorno (benché si tratti necessariamente di conoscenza prospettica, provvisoria e parziale) solo a partire da me e dalla mia esperienza sensibile. Quindi “largo al sentire”.

E’ martedì mattina, mancano cinque giorni a Natale, alle 5.40 mi alzo perché ho un appuntamento. Guardo Silvia che dorme. Per altri settanta minuti le braccia di Morfeo la cingeranno... beata lei...
Rapida colazione. Esco, è buio pesto e fa freddo. Forse tre gradi sotto zero. Nei due minuti e quaranta che mi separano dalla torre sento il gelo, il peso del mio corpo di settanta chili che ora sembrano centoquaranta, le tibie che mi fanno male ad ogni impatto del piede, gli occhi ancora mezzi chiusi. Penso al carattere autodisciplinante della corsa. Autodisciplina. Ecco che cos’è la corsa in questo momento.
Sotto la torre trovo Chiara e conosco Davide. Aspettiamo Franco. Non sarà mica in braghette corte anche oggi?!? Dopo un minuto partiamo in quattro. Ad est, in alto, c’è una sottile falce di luna, il cielo è limpidissimo, il lato buio dell’astro d’argento si concede, The dark side of the moon. Ci starebbe in sottofondo un assolo di David Gilmour, come in shine on you crazy diamond.
E’ incredibile come la compagnia guarisca il dolore alle tibie, quasi avesse un oscuro potere antiinfiammatorio. Neanche le sento le tibie oggi, ieri al contrario ho zoppicato per più di quattro chilometri prima di riuscire  a fare otto timide ripetute.
Qualche minuto e compare anche Enrico. Ora siamo in cinque. Il freddo comincia a farsi da parte, emergono altre percezioni. Mi disturba l’impatto pesante dei miei piedi, provo ad alleggerire il passo. Qui vanno tutti più forte di me. Molto più forte. E questo fa bene non solo perché innesca un processo evolutivo di incremento prestazionale, ma soprattutto perché ridimensiona le tendenze ipertrofiche dell’ego. Ridimensionamento. Ecco che cos’è la corsa in questo momento. Ridimensionamento e senso del limite.
Quando non chiacchiero il respiro assume un ritmo regolare, entra in risonanza con i passi: tre per inspirare e tre per espirare.
E’ veramente buio, penetriamo nella luce arancione del lampione, detta “lo stargate”, e  vaneggiamo qualcosa su porte dimensionali, realtà parallele, viaggi spazio-temporali... Davide, che esce con noi per la prima volta, probabilmente non capisce. Penserà “dove sono capitato?”.
Mi sembra che stia aumentando lievemente l’andatura. La frequenza di passi-battiti-respiri incrementa decisamente. L’innalzamento non è proporzionale. Se dovessi rappresentarlo graficamente lo farei con una specie di iperbole. Percorriamo l’argine, oggi non ci saranno Leo, Roberto e Nicola.
Ad un tratto mi sento bene. Aspettavo proprio questo. Ci sono voluti quasi sette chilometri. Mi viene da aumentare, le gambe girano, sono più leggero, la mia corsa mi sembra persino bella, armonica.
Dal punto di vista neurochimico la cosa è freddamente giustificata dalla scarica ormonale. Eppure non è solo questo, ne sono convinto. Non si può spiegare tutto con un’illusione endorfinica. Non credo basti un neurotrasmettitore peptidico a farti sperimentare qualcosa di prossimo alla felicità. Dal punto di vista fenomenologico la realtà che si dà è questa: mi sento bene, le gambe girano, sono più leggero e la mia corsa mi sembra persino bella, armonica. Armonia. Ecco che cos’è la corsa in questo momento. Con buona pace della neurofisiologia.
Il freddo è lontano anni luce. E’ rimasto nella condizione spazio-temporale precedente, non ha superato il passaggio dimensionale dello stargate.
E poi, alla nostra destra, la luce cambia. E’ l’aurora. L’orizzonte ad est si striscia di rosa. Le nuvole basse sono viola. Sarà una bella giornata. Aurora. Ecco che cos’è la corsa in questo momento.
Una piccola disquisizione sulle differenze tra sun-rise, sun-shine, sun-bright e ricomincio a sentire un po’ la fatica sulle gambe. Enrico ci lascia al suo incrocio svoltando a sinistra. Siamo alla torre in sessantasette minuti. Il tempo è rimasto sospeso, come in un luogo di pace, per sessantasette minuti. Tempo sospeso. Ecco che cos’è la corsa in questo momento.
Ci possiamo anche concedere qualche altro istante di pace e sospensione. Lance è già da Emma per la colazione.
Inizia la giornata. Permane l’eco dei momenti corsi, risonanza cristallina di percezioni vive e vitali, memoria sensibile di qualcosa che assomiglia alla felicità. Memoria sensibile. Ecco che cos’è la corsa in questo momento.
Igor





domenica 20 novembre 2011

Uscita per sabato 17 dicembre 2011

Ciao, sono oramai due anni che ci incontriamo il sabato mattina per calpestare in allegra compagnia gli argini di Tergola e Muson, e pensiamo sia giunta l’ora di far provare nuove ebbrezze ai nostri piedi.
E’ tempo di potenziamento per i runner, tempo di rinnovare punti di vista, panorami, angolazioni…
Eccoci quindi a proporre un’uscita alternativa per sabato 17 dicembre, prima del Natale.



  
Il programma a grandi linee sarebbe questo:
 1. ritrovo al solito parcheggio
2. arrivo a Calaone, a casa di Chiara e Lance, già in ‘quota’
3. corsa di un’oretta
4. cambio e colazione a casa del capo o in una caffetteria di fronte al castello di Este, a scelta, a seconda del tempo
Tra andata, corsa, colazione e ritorno servono circa 3h30, rimane da decidere l’orario di partenza.



  
Caratteristiche della corsa:
 - poca salita e con calma
- passaggio per paesino di pietra
- discesa con panorama mozzafiato sulle Alpi
- boschi e sentieri morbidi per i nostri piedi
- giro completo del piccolo Monte Castello, tra i castagni e le nuvole
- la casa della strega…..



  
         BUON NATALE 7.30!



mercoledì 26 ottobre 2011

Maratona di Venezia

Ed eccoci qui ad archiviare un'altra maratona portata a termine. Venezia. La più bella. Forse.


In ogni caso bellissima, con la prima mezza corsa lungo la riviera ad ammirare le splendide ville; il passaggio in Piazza Ferretto a Mestre tra due ali di pubblico festante; il Parco San Giuliano dove si inizia a sentire la distanza e dove si piazzano gli amici maratoneti che la sanno lunga; e da quest'anno il giro d'onore da brividi per Piazza San Marco. Eravamo proprio in tanti del Gruppo 7.30: Giuliano, Franco ed Enrico che hanno portato a casa anche il personale, Chiara, Massimo e il supporter più efficiente che esista, Lance.

martedì 11 ottobre 2011

Leo e il 7.30 su www.marciapadova.it


PAROLE IN CORSA!
Storie di podisti"
   
Don Leo 
Sento parlare di Leo qualche mese fa.Sono sempre affascinato dalle persone che passano di bocca in bocca grazie al loro carisma.Le bocche che mi parlano di lui, in questo caso, sono di podisti.Usano parole particolari: umanità, altruismo ma soprattutto una grande capacità di aggregare e accentrare le persone.Vengo a sapere che il nome Leo è sempre preceduto da un trittico di lettere: “Don”.Sorrido. Penso al parroco della mia infanzia e alla sua immensa capacità di farmi vivere l’oratorio in ogni singolo istante del pomeriggio. Nella gioia e nella passione di quell’uomo, Don Crisanto, ancora oggi ritrovo pezzi della mia spiritualità.Mi informo.Leo cura le anime di Campodarsego.La carta di identità alla riga Professione indica ECCLESIASTICO. Sull’anno di nascita: 1966.Un parroco giovane. Potrebbe essere mio fratello.Hobby: podista.È il timbro che certifica il mio desiderio di parlare con lui.Occhi negli occhi.Il piazzale davanti alla dimora del parroco è ghiaioso.Un sms mi avvisa che Leo arriverà con un pizzico di ritardo.Mentre l’ aspetto due ragazzi si rincorrono da un capo all’altro di questo spazio recintato; sono due gemelli di circa dodici anni. Ridono e scherzano. La madre li guarda in parte compiaciuta e in parte stizzita dal baccano che stanno facendo.Urlano. Io li osservo e mi gusto l’aria calda di quest’estate che ad ottobre prende ancora in giro il calendario.C’è fermento attorno all’edificio. Operai affaccendati attorno ad un campanile da ristrutturare. Anziane signore che attraversano un campetto di calcio con le linee laterali che lambiscono l’entrata della canonica.Arriva una vespa. La guida un ragazzo: jeans e camicia chiara a quadri. I ragazzi lo riconoscono e gli vanno incontro.Il ragazzo, ancora a cavalcioni sulla moto, si leva il casco e li abbraccia. La sintonia che c’e’ tra quei tre esseri umani mi investe.Capisco che il parroco è arrivato.Leo mi stringe la mano con vigore e regala le sue attenzioni alla mamma dei gemelli. Intuisco che devono fissare una data per qualche cerimonia. Una messa a suffragio. Mi colpisce la familiarità del tono della voce di questo ragazzo. La stanza è invasa da parole in dialetto veneto.Io attendo in una grossa sala adiacente allo studio dove tra poco sarò invitato ad entrare . Mi appoggio ad un lungo tavolo in legno massiccio. Sono attratto da volantini legati ad aiuti umanitari da destinare al Centro Africa.Il sacerdote licenzia la famiglia e mi fa accomodare nello studio.Cominciamo a parlare.Gli spiego chi sono e perché sono lì.Ho da subito l’impressione che mi conosca. Penso ad una nostra amica comune. So che gli ha parlato di me. Lui sa che io so di lui? “Non molto poi” penso tra me. Non ho voluto i dettagli su Don Leo.Voglio godermi ciò che sarò in grado di percepire.È la bellezza degli attimi di vita che rimarranno unici.Originali.Siamo seduti uno di fronte all’altro. Nessuna scrivania di mezzo.Lo apprezzo.Niente distanze.Le sedie sono in legno con la seduta in paglia.Lo osservo mentre mi racconta della sua infanzia. Un metro e settantacinque di fisico asciutto e una faccia da bravo ragazzo: fronte stempiata e viso arrotondato sul quale le lenti degli occhiali filtrano occhi vispi e molto attenti.E’ un piacere ascoltarlo.Lui parla e io riempio pagine di block notes.Arrivo da una famiglia di sei fratelli. Da loro ho ereditato la passione per lo sport. Il calcio la faceva da padrone. Il campetto dell’oratorio di Salboro era la mia vita, assorbiva il mio tempo. Lo prosciugava.Poi il seminario e la passione per il pallone che seguiva fedelmente la mia tonaca.”Come nasce la passione per la corsa?” – la mia è una domanda scontata.La corsa nasce da un’ esigenza di sfuggire ai ritmi frenetici della vita. E’ un vero antidoto. E così ritaglio i pochi momenti di stasi delle mie giornate, e tento di riempirli. Li adatto alle esigenze della mia comunità ma li cerco e me li dedico.Sono sei anni che corro e da quando lo faccio ho ritrovato i miei equilibri e stabilizzato le mie emozioni.Corro e mi distendo mentalmente. Lo faccio tre volte a settimana. A volte anche quattro. Dipende dagli impegni.Corro la mattina e mi gusto i “rumorosi” silenzi del mio paese che si sveglia. Le prime auto che si dirigono verso la città; le persiane delle abitazioni che si arrotolano; il vociare dei ragazzini che vanno a scuola.”Mentre parla Leo accavalla spesso le gambe. Parla da innamorato di questa sua passione. Io sono una preghiera in cammino” mi dice “e correre nei silenzi del mio paese mi fa sentire vivo”. Mi si blocca per un attimo la respirazione.Succede che corro anche con i miei amici di Campodarsego. Abbiamo creato un gruppo di podisti che ogni sabato alle 7:30 si trova per condividere il sudore da scaricare sull’asfalto. La corsa in compagnia è un contenitore di storie”. Mi appunto anche questa frase. Sembra un’aforisma.Parliamo della Maratona di Padova. Non me ne frega nulla di quanto tempo ci ha messo e penso che nemmeno mi informerò. Sono avido di aneddoti e di emozioni vissute da questo ragazzo.Don Leo mi racconta con enfasi.Lo stimolo ad iscrivermi alla quarantadue chilometri arriva dai miei amici. Nei mesi precedenti l’evento, pur allenandomi costantemente, non mi rendo conto di ciò che mi appresto a compiere. Comincio a realizzarlo la mattina della corsa. Lì sono travolto dalle emozioni: la partenza a cento metri da dove vivo. La mia benedizione ai podisti. Gli applausi della folla. Nessun momento per smaltire la sbornia di sensazioni che è già ora di partire. Tre, due, uno. Via.Le facce delle persone che mi acclamano. I miei parrocchiani.”Immagino il grado di intimità che ci deve essere tra chi applaude e Don Leo che sfreccia sudato davanti alle transenne. Mi racconta della stanchezza in gara e della mancanza di forze che quasi non trova nemmeno per bere una semplice dose di gel liquido.La genuinità di questo ragazzo la tasto quando, orgoglioso, mi racconta del quadro che hanno appeso al bar del paese. Nella cornice c’è lui in abito da runner.Più parlo con quest’uomo più mi ritrovo e mi perdo nella sua passione.Scavo. Lo pungolo. Voglio nuove angolazioni di una delle cose che più amo della vita: correre. Angolazioni spirituali.Che analogie ci vedi tra la vita e la maratona?”. Giro pagina del block notes e mi ritrovo in un universo bianco da riempire di inchiostro.Leo mi catapulta in un mondo di analogie alle quali non avevo pensato. Nemmeno nei miei più lunghi silenzi di corsa.Conosci, Rubens, quella canzone di Jovanotti... come si chiama? Quella che dice Le scarpe piene di passi. Ecco io la trovo una canzone molto spirituale.I passi della corsa sono passi veri e ogni passo ha una sua verità interiore. Una verità che avanza e va verso gli altri.”Leo è un fiume in piena. Le parole tracimano. La maratona insegna ad avere una direzione e dei compagni di viaggio. Questa corsa insegna ad avere una prospettiva da seguire. Quando ti mettono la medaglia al collo hai già voglia di riprovarla a correre. Per ogni maratona che termina c’è voglia di ripartire.”Assomiglia al ciclo della vita, mi dico tra me e me. Ogni maratona come una vita che si spegne e rinasce.Le campane suonano le sei. Mi vergogno un po’ pensando di essermi ridotto a misurare il tempo col display del mio telefono cellulare. Il fascino dei rintocchi delle campane in bronzo mi riporta alla realtà.  È ora di andare. Io e Leo ci salutiamo. Una stretta di mano e un sorriso. Io, come quei due ragazzi gemelli di dodici anni, in perfetta sintonia con una persona che dispensa serenità.
Correndo.
 

sabato 17 settembre 2011

Si riparte!

Eh sì, si riparte alla grande con il gruppo 7.30.
In realtà non si era mai smesso, ma due cose hanno imposto un richiamo formale ai blocchi di partenza da parte del capo.
La prima, il compleanno di due miti della nostra combriccola, da festeggiare assieme. Enrico ed Aldo, auguri sessantottini!!
La seconda, un fatto assai preoccupante…
…Da qualche tempo si mormora che nel vicino e ridente paesino di San Giorgio delle Pertiche, un noto esponente del podismo padovano abbia lanciato la nobile iniziativa di una corsa in compagnia.
La corsa, che senza alcuna modestia è stata chiamata CorriXSanGiorgio, parte ogni mercoledì alle 7.30pm da dietro la farmacia… MA CI HANNO COPIATO PURE L’ORA?!
Fatto stà che i Pertichesi che corrono al mercoledì sera sono tanti e continuano ad aumentare.
Noi facciamo le colazioni post-corsa?
Loro si sono messi d’accordo col banchetto del folpo per darci dentro con pesce, patatine e vinello rosato!!
E visto che ora viene buio presto, tanto meglio: si corre meno e si mangia prima.
Noto similitudini…
Dunque… non per dire… ma… beh, un po’ di sano campanilismo suvvia! Ecchè, possiamo essere da meno noi??
Scherzetto!
Ovviamente non esiste alcuna concorrenza: Gruppo 7.30 e CorriXSanGiorgio sono due realtà che si fondono, accoppiano, accavallano e confondono con grande piacere di tutti!
Ciao, alla prossima!

Avete o no il 'capo' più dolce che ci sia???

Aldo, Giovanni e Giacomo? ..ha no, Aldo ed Enrico!

In ordine di.... pansa!

Nuove sfide??

Bravo Aldo, così si fa...

So' rivà primo!!!!

Australian connection

domenica 15 maggio 2011

CAMBIO DATE CORSE SERALI

Le due corse serali promosse dal gruppo 7.30 per maggio sono state spostate a mercoledì 18 e mercoledì 25. Partecipate!

martedì 3 maggio 2011

Per molti ma non per tutti

Per molti ma non per tutti. E' la prima cosa che mi viene in mente pensando alle due corse alle quali il gruppo 7e30 parteciperà in qualità di "accompagnatore" il 17 e 24 maggio a Campodarsego. L'iniziativa parte dalla testa di D.Leo ma tutti noi l'appoggiamo con entusiasmo. Si tratta di coinvolgere quante più persone possibile, corridori e anche no, per due appuntamenti serali all'insegna dello stare insieme in allegria. E' per questo che mi rivolgo a tutti i lettori del blog per un accorato appello: non perdetevi queste due "corsette" serali e cercate di diffondere il "verbo"!
Io credo che il divertimento sia assicurato e sono anche sicuro che saremo in tanti: si partirà dalla piazza S.Martino di Campodarsego (quella davanti alla canonica) alle 19.30 di martedì 17 maggio; il ritrovo è a partire dalle ore 19.00. A dispetto della premessa, possono partecipare veramente tutti perchè oltre al percorso di 10 Km per chi intende correre, è stato programmato anche un percorso alternativo di circa 5 Km per chi invece intende solo fare una passeggiata. Dunque tutti sono invitati e tutti possono partecipare! Si replica il 24 maggio, però con percorsi diversi rispetto al 17. Mi raccomando "sette e trentini": fate pubblicità e partecipate numerosi.

mercoledì 27 aprile 2011

La maratona secondo d.Leo


Non sono un granchè con internet e la comunicazione online.
Quindi guardo poco siti e blog … anche se ne riconosco utilità e valore. E’ come imparare qualcosa che “naturalmente” non mi appartiene (anche se poi spesso l’imparare è questo). Però per me è più facile prendere carta e penna e lì buttarci dentro qualcosa di me.
Ho corso la maratona e per me è stata davvero un’esperienza bella e luminosa. Aldilà del risultato che avrei voluto migliore, ma chi non vorrebbe sempre qualcosa di più dalle sue prestazioni?
Per me è stata speciale la preparazione, realizzata per lo più in fredde mattine d’inverno dove ti fa compagnia solo il silenzio ed il respiro affannoso di chi ti sta a fianco, dove aspetti come non scontata la nascita del sole, dove senti modellare spirito e corpo ad una a impresa (perché per me, a 45 anni, con continui acciacchi, davvero l’avervi partecipato e l’averla portata a temine, è stata una piccola impresa).
E’ stata speciale la vicinanza del gruppo 7.30, tutto compatto, perché poi alla fine si corre insieme ma di più soprattutto si sta insieme, ci si sente affratellati da molto di più del solo correre, da una condivisione in cui le strade che si fanno insieme diventano lo spazio per raccontarci e svelarci, in semplicità ed umiltà, in sogni e pensieri.
E’ stato speciale l’entrare dentro se stessi e confrontarsi con se stessi, perché quando si corre molte sono le suggestioni e domande, le ricerche e riflessioni che nascono. Quando alla conferenza stampa mi chiedevano il perché del correre, dicevo che per me è una esperienza di spiritualità, in cui persone ed idee, passaggi del Vangelo e scelte diventano più chiare e più comprensibili. Accanto a questo tempo in cui fermarsi con se stessi e non scappare altrove.
Infine è stata una domenica speciale, che ho condiviso con i miei parrocchiani. Una festa di gente, di persone ed amici. Una celebrazione diversa, di vite che in fondo si appartengono e si riconoscono. Alla celebrazione della sera ho portato la mia maratona, le persone incontrate, le vie del nostro paese, una passione che mi aiuta a vivere meglio. Tutto qui, semplice semplice, come ogni piccola cosa vera.
dleo   

lunedì 11 aprile 2011

17.04.11

Ricordate il freddo di quest’inverno?...
  Ricordate le nostre corse all’alba?....
  Buona corsa maratoneti!

Buon compleanno Leo!





Dopo le tante felici casualità che continuano a caratterizzare la storia del gruppo 7.30, era inevitabile che quest’anno il compleanno di Leo cadesse proprio di sabato, no?!
Così abbiamo potuto festeggiarlo e coccolarlo per primi.
Tanti auguri al nostro top runner!

Numero 1!



La conferenza stampa per la presentazione dei top runner che saranno presenti alla Maratona del Santo si terrà come di consueto al Pedrocchi sabato mattina…
Però però però …. il numero 1 ce lo abbiamo nooiiiii!!!!

Prima domenica di primavera



La mattina con Roberto e Ruggero scegliamo i 21km della corsa di Ponte San Nicolò, organizzata dai Boomerang Runners, una prima assoluta. Impossibile per me resistere al richiamo di un ristoro finale a bordo piscina e allo zucchero filato (riservato ai bambini ma si sa…), splendido!
Nel pomeriggio cambio ruolo e mi trasformo in ‘allenatrice’ per l’ultimo lungo di Leo e Nicola. Questa volta mi voglio assicurare che non partano troppo forte e che non manchino acqua e gel.
Per un po’ siamo un bel gruppetto, ci accompagnano anche Franco ed Enrico di corsa e Costantino ed Aldo in bici. Poi però rimaniamo solo noi: Nico, Leo, Luisa ed io…
Si alza un venticello irritante, inizia a far freddino e …maledetto ciottolato!
Scopro di essere decisamente più propensa a correre 30 km piuttosto che farmeli lenti in bici…
Nessun lamento invece dai maratoneti, che procedono fianco a fianco senza cedimenti e, anzi, aumentando progressivamente fino al traguardo! La media finale mi sorprende: 5.22 al km!!
Ora non ho più dubbi: hanno tutti gli strumenti per buttarsi in questa nuova avventura.

venerdì 18 marzo 2011

Cara Italia



E’ arrivato in sordina il 17 marzo 2011.
Quasi non ci si credeva fino alla fine che fosse festa davvero. Ci ha preso un po’ tutti di sorpresa questa ricorrenza dell’unità d’Italia, non è forse così? Che sia perché per centoquarantanove anni ci siamo scordati di festeggiarla?
Fatto sta che già da qualche giorno serpeggiava una certa irrequietudine tra i più assidui del 7.30: ‘Che si fa giovedì, si corre?’
Forse ci disorientava la giornata: un giovedì, che non è né un sabato né una domenica, e non è nemmeno una festa religiosa… mica ci siamo abituati noi!
Ed ecco che Franco, scalpitante per la guarigione dalla tendinite, rompe finalmente gli indugi e lancia la prima mail: ‘Ciao Chiara, è in programma una corsa tipo tricolore unità d'Italia il 17?’.
No non è in programma… ma vi sembro io il tipo da lasciar cadere una proposta del genere??
Parte il tam tam via skype, fb, email, sms, segnali di fumo, piccioni viaggiatori………
Alcune risposte?

Enrico: io ci sto
Chiara: mattino o pomeriggio?
Enrico: aspetta che guardo il meteo...
Chiara: pioviggina sempre
Enrico: beh, allora di mattina
……. e infatti abbiamo corso di pomeriggio!!

Roberto: ‘good idea, of course!’
……. translation: buona idea, di corsa!!

Leo: Sono a Bologna a prendere il rabbino. Però l’idea è buona!
……. Leo, tu hai sempre una marcia in più!!

Ruggero: ‘se è una bella giornata con il sole sono impegnato se è una giornata incerta e non piove ci puoi contare’
……. e cavoli ci ha imbroccato meglio dell’Arpav e del Meteo.it!!

Enrico Baldan
‘Non ho niente di verde da mettermi…’
…….. no comment!!?

…questi siamo noi…viva l’Italia!

martedì 15 marzo 2011

Corri Nicola, Corri!


Il 17 aprile Nicola si cimenterà con la sua prima 42 Km.
Una bella scommessa, non c'è che dire.
Lui si sta preparando coscienziosamente e per quest'ultimo mese ha in programma anche di intensificare il numero di allenamenti. Dice addirittura che correrà tutti i giorni.
Non solo. Ha anche pensato di ingaggiare coach stranieri, nella speranza che arrivi il consiglio giusto per battere il suo acerrimo nemico, anche lui neofita della distanza regina e in odore di ricevere un pettorale dal numero tanto basso da farlo partire insieme ai top runners: D. Leopoldo Voltan.
Noi che li conosciamo, sappiamo che in un modo o in un altro loro arriveranno al traguardo: loro però non si accontentano di oltrepassare sulle loro gambe il nastro d'arrivo.
Progettano addirittura le strategie per arrivare uno prima dell'altro.
Peccato che chi quella corsa - come loro - la correrà, non potrà assistere a questa sfida senza esclusione di colpi....
Attualmente nell'eseguire gli allenamenti sui lunghi (30 Km.) Leopoldo ha dimostrato maggiore tenuta, ma c'è da giurarci, nel prossimo lungo del 27 marzo (che sarà probabilmente anche l'ultimo) Nicola non si farà trovare impreparato.
Il guanto di sfida è lanciato: vinca il migliore!!

martedì 1 marzo 2011

Tribolazioni e Tribano


Con la primavera ormai alle porte dovrebbe essere un momento di risveglio per gli sportivi che hanno faticato a superare un duro inverno. Invece il gruppo730 continua a perdere pezzi per strada: infortuni vari, interventi più o meno programmati, malattie di stagione ed altri problemi di salute.

Poi metti che qualcuno decide di cambiare percorso con tanto di attraversamento della tangenziale… fortunatamente non è successo nulla, era solo il solito cruccio dei podisti che pur di trovare qualche bel percorso (in questo caso il "fiume" Tergola) sono costretti a fare i salti mortali (quasi letteralmente). Sabato scorso non mancavano neanche alcune voci di dissenso, durante un pezzo breve di sterrato, per la paura di una storta che vanifica mesi di preparazione per la maratona…

Dopo le tribolazioni del sabato passiamo a quelle della domenica, a Tribano: causa cancellazione dell'attesa ciaspolada all'ultimo minuto anche Luca e Luisa si sono recati a Tribano, assieme a Chiara, Enrico e Ruggero, per fare la non-competitiva più competitiva della provincia di Padova. L'atmosfera alla partenza infatti sembra quella di una gara: tutti uniti dietro il gonfiabile, i più "forti" che sgomitano per partire davanti, tutti o quasi tutti che controllano il segnale del GPS, e poi… si parte tutti assieme puntuali alle 8.15.

Il gruppo podistico di Tribano ha avuto la bella idea, alcuni anni fa, di aiutare i podisti che preparano le maratone di primavera (in primis Treviso, vista la data, ma anche Roma, Londra, Parigi e Padova) mettendo a disposizione delle "lepri" che corrono ad un ritmo più o meno preciso su un percorso preciso (una rarità) di 30 km.

Dopo una partenza "lenta" (sono stato "bloccato" dietro il muro del gruppo dei 5,20 al km, poi ho perso il biglietto per strada e sono dovuto tornare indietro), ho raggiunto i primi per fare alcuni chilometri assieme. Nel frattempo il muro dei 5,20 ha abbattuto una povera signora che stava facendo i 6 km a piedi e sfortunatamente non ha trovato scampo all’arrivo dell'onda umana intenta a non sgarrare neanche di un secondo dal passo prefissato… comunque già al primo ristoro ho dovuto abbandonare questo bel divertimento, causa infortunio.

Completato il percorso dei 6 km, ho avuto tempo a chiacchierare all'arrivo, bere un po' di te, prendere la macchina, andare all'ormai ex-casa di Calaone, accendere il riscaldamento, mettere il ghiaccio sul ginocchio, dar da mangiare ai gatti, guardare un po' di BBC News che mi manca tantissimo nella casa nuova, farmi la doccia e tornare a Tribano, mangiare un panino… giusto in tempo per l'arrivo della prima donna dei 30 km, la nostra presidente, insieme al suo vice. Gli altri invece hanno fatto il percorso dei 21, bravo Luca, prima corsa "lunga" dopo la malattia… bravi tutti, possiamo aspettarci una grande prestazione nella maratona di questa primavera dai pochi che sono rimasti sani del gruppo730.

martedì 22 febbraio 2011

Effetto maratona



E’ inevitabile che la storia del gruppo 730 ora si intrecci sempre più con il grande evento atteso per il 17 aprile: la Maratona di Sant’Antonio.
Con l’avvicinarsi della data, la partenza da Campodarsego non è più solo una divertente ed allegra coincidenza per noi, ma inizia ad avere un suo peso, a trasformarsi in scelte, discorsi ed azioni tangibili.
E così anche il sindaco Mirco Patron, runner d’esperienza, si aggiunge a noi il sabato per preparare la mezza…
Il parroco continua a correre tantissimo, sfruttanto i pochi momenti liberi per preparare la maratona…
I parrocchiani stravolgono la scaletta della domenica mattina: corsa doccia messa…
Giunge l’eco di corse ai saldi per l’acquisto di scarpe e completini da running…
Chi tra noi si trova in viaggio di lavoro in India chiede un tapis roulant il sabato mattina per sentirsi virtualmente con il gruppo…
E poi… segni di stanchezza, cedimenti strutturali un po’ ovunque… ma via con i 3x4000 la domenica mattina, per di più sotto una pioggerellina irritante…
Mi fermo un attimo.
Mi dico: ‘Pazzi!!’
Ma poi vado a vedermi l’arrivo della Maratona di Verona, incrocio i volti dei tanti corridori che percorrono l’ultimo km cingendo l’Arena, mi emoziono, di alcuni conosco la storia che li ha portati fin lì, sempre carica di significati non scontati, e so solo che io sono una di loro e che voglio esserci, al più presto.

domenica 13 febbraio 2011

Percorso maratona... fai da te

Sappiamo tutti che i maratoneti venderebbero la nonna pur di fare un personale… poi figuriamoci quando si “gioca” in casa. Ma non avrei mai creduto che potessero arrivare a questi livelli… segnare la partenza della maratona praticamente dove si vuole! In fondo, a tutti sono un po’ antipatici i 195 metri finali della maratona…. perché non eliminarli?



Ma la maratona è una cosa seria così meglio non scherzarci su troppo. Come è ormai saputo nel mondo della maratona padovana (e non solo), quest’anno la Maratona di San’Antonio parte praticamente dalla “sede” del gruppo730, ossia davanti al bar Fontana, Campodarsego. In base a delle “informazioni ricevute”, oggi alcuni membri del gruppo730 si sono recati a Campodarsego per assistere alla misurazione ufficiale del percorso della maratona in presenza degli organizzatori, autorità locali e semplici cittadini. Scaricate le bici dal camper dell’Assindustria e fatte le formalità, gli addetti alla misurazioni si sono messi in posizione all’inizio di Via Roma per segnare il punto della partenza della maratona…. “ALT! posso farlo io?” grida qualcuno del pubblico… e poi… la nostra presidente, coraggiosamente uscita dal letto nonostante la febbre, ha preso in mano la bombola spray e ha “inaugurato” il percorso di quest’anno. Un grande onore per il gruppo730!



lunedì 7 febbraio 2011

Febbre a 42…


…che la maratonite avesse contagiato una bella rappresentanza del gruppo 7.30 (Leopoldo, Roberto, Nicola, Enrico, Chiara, Massimo, Franco e Costantino) già si sapeva, ma in questo momento miei cari parlo di febbre vera, quella che a 42 fa male più di una maratona.
Tra atleti influenzati dal virus o in servizio forzato presso case ormai divenute veri e propri ospedali, sabato scorso ci siamo trovati in pochini e domenica per molti è saltato il lungo…
Ma il peggio sembra passato e una nuova settimana si apre con un sole splendido, che dona energia e tanta voglia di correre assieme.
E’ bello scoprire che ci manchiamo. Che quando qualcuno ha dovuto rinunciare ad un sabato mattina, ad una domenicale, ad un’alba… non veda poi l’ora di recuperare.
Domenica prossima ci sarà la corsa a Noventana, 22km belli, con passaggi attraverso i giardini di splendide ville. In una di queste, in particolare, mi aspetto di sentire il suono di un vecchio grammofono. Mi incuriosisce l’aria che mio zio, il custode della villa, sceglierà quest’anno per noi.
Ci andiamo in tanti?

martedì 1 febbraio 2011

La sveglia biricchina

                                                                                
La sveglia puntata prima delle sei del mattino per correre ha smesso di essere la follia di due individui ed è diventata contagiosa! Stamattina è stato proprio divertente!
Trovo divertente tutto.
Lo scatto demente che faccio al suono della sveglia e il casino che combino cercando di spegnerla.
Il fatto che nonostante mi prepari attentamente tutto il necessario la sera prima e lo posizioni in bagno (magliettina da sotto sopra al termosifone), inevitabilmente dimentico una cosa essenziale… in camera…Tanto Lance l’avevo già svegliato prima. Con lo scatto, mica con la sveglia!
Trovo divertente anche che alla vigilia della sua prima volta, la moglie di Franco gli abbia detto: ‘Tanto TU non ti alzerai mai a quell’ora per andare a correre…’, e invece stamattina abbia già, comprensibilmente, tuonato: ‘MA NON SI DORME PIU’ IN QUESTA CASAAAA?!?!?!’
E nonostante tutto oggi eravamo in sei! Franco, Enrico, Chiara, Leo, Roberto e Nicola. Svegli come galli, intenti in discorsi che spaziano dagli incontri parrocchiali per i genitori (passati a ronfare nell’ultimo banco) alla discrepanza tra domanda e offerta nella coppia…, dai progetti ambiziosi per il gruppo 7.30 (grazie a Leo che spesso alza il livello della conversazione ma non sempre) a Ruby (..ecco, infatti, sempre Leo..)….
Oops le 7.20!! Stamattina abbiamo fatto tardi... 1h20 di corsa volata senza che ce ne accorgessimo.

lunedì 31 gennaio 2011

Ricette.... di corsa

Che alzi la mano quello a cui è già capitato...
Domenica 30 gennaio, plumbeo pomeriggio domenicale, h. 17.00: ci si avvia velocemente verso l'imbrunire, pronti ad archiviare il fine settimana e con la testa già proiettata agli impegni lavorativi della settimana entrante. Domenica senza corsa, per via di varie coincidenze e impegni.
Oramai c'è tempo solo per uscire in macchina a fare qualche commissione urgente, di quelle indifferibili.
E proprio a me tocca di andare nella farmacia di turno a fare il pieno di Tachipina da distribuire variamente ai miei tre gioiellini (Andrea, Tommaso e Alessandro) che hanno pensato bene di ammalarsi tutti insieme!
Capita che Germana, a mo' di battuta mi dica: "Puoi andarci di corsa!"
La battuta di mia moglie accende la lampadina, e, in meno di 3 minuti sono già pronto per andare di corsa, munito di zainetto porta medicine, verso la farmacia di S. Michele delle Badesse.
Il tempo di sentire le proteste, nemmeno tanto convinte di Germana, e sono fuori a correre verso la farmacia.
Risultato: una bellissima ora di corsa solitaria, un pò alla luce e un po' al buio. Andata alla farmacia e ritorno a casa.
Ora si che è davvero domenica.
P.s.: doverose le scuse al farmacista di turno che vedendomi entrare di corsa tutto vestito di nero, col berretto (nero) in testa e mettere subito mano allo zainetto (dovevo prendere la lista della "spesa") è quasi morto di paura! Mi avrà sicuramente scambiato per un rapinatore.
Poco male: l'ho subito rassicurato sulle mie pacifiche intenzioni.
Chia l'ha detto che in farmacia ci si deve andare in macchina!

mercoledì 26 gennaio 2011

Duro da passare questo inverno!

Dite quello che volete, ma io preferisco correre con il caldo. Allenarsi di mattina presto col buio e col gelo ha sicuramente il suo fascino ma....... volete mettere le tiepide mattine di primavera col sole che già illumina la giornata, con l'erbetta, quella novella, di un colore così verde che solo quello ti scalda il cuore, con i profumi della bella stagione, con le anatre e gli aironi che finalmente volano sopra le nostre teste non più bardate da berretti di lana e scaldacollo in fibra? Un inno alla bella stagione il mio, nel periodo forse più freddo dell'anno (i prossimi, saranno i mitici giorni della merla!).
La speranza è che anche febbraio, così come è capitato per gennaio, voli via in fretta e lasci il posto alle prime timide avvisaglie di primavera!
Buona corsa a tutti.
Enrico

martedì 25 gennaio 2011

Montefortiana


(Enrico)
Giornata bellissima e gelida quella di domenica a Monteforte. partiamo presto presto da S. Giorgio d. Pertiche perchè c'è la paura di non trovare parcheggio (ci saranno almeno 15.000 persone all'evento). Presenti all'appello: Luca, Luisa, Chiara, Dieghetto, Ruggero, Enrico, Costantino (Dott. Costa) e Nicola che per la prima volta affronterà la distanza di 28 Km!
Forfait dell'ultima ora di Roberto e company (non ti preoccupare Roberto, ti rifarai.
A Monteforte ci rifugiamo dentro un baretto più per ripararci dal freddo (-5°) che per bere il classico cafferino pregara.
poi dentro il maxitendone vicino alla partenza per due chiacchiere prima di partire.
Palloncini rossi al polso, inno di mameli cantato battendo i denti e colpo di cannone!
Partiti!!
La corsa è bella e varia. Una quantità insolita di ristori (buffet) sorprendentemente ricchi di leccornie mi distoglie dal cercare di strappare un buon tempo sui 28, anche perché non vogliamo mollare Nicola, alla sua prima esperienza sulla distanza: e così, con superficiale e goliardico disimpegno, mi prodigo ad assaggiare tutte le specialità offerte dalla casa. Dal cotechino freddo alla salsiccia e polenta, dalle ciliege sotto grappa alle torte di mele, dalle uova sode alla china bollente, dalle mele nostrane ai panini di soppressa..... Ragazzi, non mi ricordavo di aver mangiato così tanto dalla corsa di Pove del Gtrappa!!
Io con la pancia strapiena i 28 li ho portati a termine (e probabilmente erano anche di più) in un tempo che mi vergogno a confessare. Ma non mi pento di nulla e, tornassi indietro, lo rifarei ancora.
Fantastica corsa la Montefortiana.
Nicola ha portato a termine egregiamente il suo compito e sta diventando sempre di più pronto per affrontare la corsa regina: di questo ne siamo certi.
Alla prossima.

lunedì 24 gennaio 2011

Sabato 22 gennaio



Sabato 22 gennaio
Oggi vado da sola in macchina all'appuntamento per la corsa del gruppo, è una mattina speciale... ho 43 anni e ho preso la patente cinque giorni fa!
Parto presto per arrivare prima degli altri e non sentirmi in imbarazzo. Quando sono sola guido meglio, forse supero già i limiti... arrivo quindi con grande anticipo.
Non c'è ancora nessuno. Accendo la radio, abbasso il sedile, chiudo gli occhi e assaporo questa bella sensazione di indipendenza.
Alle otto precise il piazzale si anima. Arrivano tutti, uno dopo l'altro. Si esce dalle macchine, due chiacchiere, tanti abbracci e via. E' tornato a farci compagnia anche Gianni, una delle colonne del gruppo, frenato da un terribile mal di schiena; adesso corre meno ma con la moglie.
Corsetta breve questa mattina, col pensiero all'indomani, ai 24km di Murelle o ai 28km di Monteforte. Ci si deve preparare bene, si deve pensare a tutto.... anche al carburante...
Il programma del gruppo 730 per oggi infatti è articolato: dopo la corsa, colazione da me (pane fatto in casa, marmellatina di mandarini, i bomboloni di Costantino, torta di mele ancora calda, succo di mela, caffelatte...), presentazione del blog e serata in pizzeria!
Tutto per far mangiare Nicola.
Luisa, la moglie, è preoccupata perchè Nicola corre sempre di più e mangia sempre di meno, quindi noi che lo abbiamo a cuore ci sacrifichiamo, andiamo tutti a mangiarci la pizza da Giovanni a Campodarsego e lui che fa? Ordina il folpo!? Folpo la sera prima del primo lunghissimo della tua vita?

domenica 16 gennaio 2011

Leo's Long Run


The Long Run
You can go the distance
We'll find out in the long run
We can handle some resistance
If our love is a strong one
 (The Eagles)

Oggi alle 15.00 ritrovo al parcheggio dell'Altaforum per la prima corsa di avvicinamento ai lunghi di dLeo, in preparazione alla Maratona del Santo.
Programma: 1h40 a 6min al km ca.
Risultato: 1h35 in progressione con l'ultimo km a 4.49!
E chi lo ferma più adesso?
Devo ammettere che io con un po' di perfidia l'avevo fatto correre in una direzione per la metà esatta del tempo a sua disposizione prima della messa. Così poi era costretto a non rallentare sulla via del ritorno se non voleva una chiesa piena di fedeli a chiedersi 'Ma dove seo finio el paroco?'...