Venice Marathon 2012
Se c’eri
anche tu….. tra i 5.931 eroi di quella Venice Marathon 2012
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire guardare nei giorni precedenti i siti con le previsioni e
pregare che, almeno stavolta, si sbaglino sul serio.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire alzarsi la mattina e ascoltare il rumore del vento da dentro
casa, capendo già che non smetterà.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire dare un occhio a quel timido sole delle sette e mezzo,
implorandolo di non esser così illusorio, come in realtà è stato.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire attendere fino allo start, cercando un posto ove ripararsi da
certe spietate raffiche dritte, al centro dello stomaco .
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire sentire immobili la pioggia in partenza, auspicando che l’organizzazione
decreti il via qualche minuto prima.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire partire finalmente, perché ormai sei lì e l’unica voglia che hai
è di provarci un passo dopo l’altro.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire dimenticarsi delle condizioni avverse, in quei primi dieci
chilometri della riviera, ove un po’ di tregua è sembrata stranamente
possibile.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire maledire i primi tratti di pioggia battente di quel giorno
infame, sapendo che la sofferenza temuta era divenuta realtà.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire annegare scarpe e calzini più o meno a metà gara, rassegnandosi
in un attimo al fatto che, primo o poi, doveva accadere.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire godere della breve pausa dal vento nel centro di Mestre,
per poi dimenticarla, immergendosi nel diluvio incontrollabile del San
Giuliano.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire avanzare, quando il gioco si fa molto duro… c’è il muro dei trenta in quel parco e hai deciso che
oggi il muro non esiste!
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire vedere un’ambulanza e pensare che non tutto potrebbe andare per
il meglio, ma finchè ne hai l’unica cosa a cui vale la pena pensare è il
traguardo finale.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire imboccare il ponte della libertà con quell’aria gelida quasi
orizzontale e le gocce ghiacciata che sembravano desiderose di provocare tagli
al viso e magari anche al cuore.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire non capire più se si tratta di una corsa o di una battaglia… non so com’è stato in Normandia, ma ricorderemo per
sempre il nostro epico sbarco in laguna.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire connetterti con i tuoi cari, con gli amici, con Dio, con chi ti
sta pensando da casa, con chi ti sta osservando da lassù e credere che c’è un
motivo per cui sei lì, a creare quell’esperienza così terribile e mistica.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire approdare in quell’isola e iniziare a varcare quei ponti
stringendo i denti, perché ormai fatti quaranta, non ci sono storie…. anche con i crampi, se ne fan quarantadue!
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire passare vicino a San Marco con la sensazione che stai dipingendo
il capolavoro che ricorderai per tutta la vita!
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire finirla con addosso una felicità inspiegabile a parole, qualcosa
che ha il sapore di coraggio d’altri tempi e che tu hai saputo trovare in te,
lasciando andare tutto dentro quest’impresa.
Se c’eri anche tu, in quella Venice Marathon 2012, sai
cosa vuol dire tornare a casa guardando negli occhi la pioggia ancora
insistente e pensare di aver fatto qualcosa d’irrazionale, per chi era fuori ad
osservare… un viaggio
capace di plasmare in eterno la nostra esistenza.
…..a volte torniamo nel nostro quotidiano con il
rischio di dimenticarci di tale forza reale, ma da quel giorno la paura è un
diritto che ci è stato divinamente tolto, nulla ci può più spaventare, perché
quel 28 Ottobre c’eravamo, in quella folle ed indimenticabile avventura
chiamata Venice Marathon 2012!
Dal
cuore, Massimo, Pacemaker 3h e 50′
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